1.5. La monetizzazione degli standard
La monetizzazione delle aree a standards consiste nel versamento al
comune di un importo alternativo alla cessione diretta dei suoli, ogni volta
che tale cessione non venga disposta o sia impossibile per carenza vera e
propria (ad esempio nei centri storici).
Un esempio di normativa relativa alla monetizzazione degli standard è
quella della regione Lombardia, la legge n. 60 del 1967, in base alla quale
l’entità della monetizzazione deve tener conto anche del vantaggio
conseguito dal privato con l’uso individuale dell’intera superficie.
Oggi l’art. 46 della legge n. 12 del 2005 della nuova legge lombarda,
recita: «qualora l'acquisizione di tali aree non risulti possibile o non sia
ritenuta opportuna dal comune in relazione alla loro estensione,
conformazione o localizzazione, ovvero in relazione ai programmi comunali
di intervento, la convenzione può prevedere, in alternativa totale o parziale
della cessione, che all'atto della stipulazione i soggetti obbligati
corrispondano al comune una somma commisurata all'utilità economica
conseguita per effetto della mancata cessione e comunque non inferiore al
costo dell'acquisizione di altre aree».
I criteri per la monetizzazione sono due:
• la somma deve essere commisurata all’utilità economica conseguita
per effetto della mancata cessione;
• la somma comunque non deve essere inferiore al costo di
acquisizione di aree simili a quelle non cedute.
«La seconda condizione si configura come norma di chiusura (questo il
significato della parola “comunque”), nel senso che essa trova applicazione
solo nell’eventualità che l’applicazione del primo criterio dia un risultato non
sufficiente a soddisfare il secondo» 1
(Bosetti e Gatti).
La monetizzazione risulta importante, in quanto la carenza di suoli
disponibili per realizzare gli standard in quell’ambito, obbliga il comune ad
individuare altri terreni nella città da designare al soddisfacimento del
fabbisogno. Anche le singole variazioni di destinazione d’uso, inoltre,
devono rapportarsi con un aggiornamento degli standard dovuti, in
relazione alla legislazione nazionale in materia e ai singoli quadri normativi
regionali.
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